Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

Le Bambine Crescono: un passo avanti verso il sincrinale

Le bambine crescono e diventano più che maggiorenni


Resoconto di Marco Corvi: 

Saliamo, domenica sera al Bogani. Siamo Giorgio Pannuzzo, Simona Manzini, Emanuele De Rose ed io. L'aria e' mite. Non fosse per i larici arrossati non diresti sia fine Ottobre.
Al rifugio troviamo Andrea e Felicita. Scambiamo quattro chiacchere mentre mangiamo, poi andiamo a dormire ... o quasi: Giorgio dorme tranquillo e, russando, tien svegli Simona e Lele. Fortunatamente :-) io mi ero preventivamente insonorizzato con tappi auricolari anti-pannuzzo.
Ci leviamo di buon'ora. Colazione speleo. Preparativi materiali. E saliamo alla volta della 1839. Arrivati all'ingresso ci cambiamo e verso le 10 entriamo.
Primo Giorgio ed io, poi Simona e Lele. Mentre scendiamo, Giorgio ed io, ci attardiamo a vedere un paio di punti, a cambiare qualche mosco con maglie. Modifichiamo un armo. Ogni tanto sentiamo un rimbombo: gli altri due ridimensionano la grotta a misura di speleoplantigrado.
Arriviamo in zona operativa: uno stretto meandro occluso da grossi blocchi di roccia, col sasso che, gettato nell'approfondimento del meandro, ritorna promesse di un pozzo da 20-30 m. Giorgio si mette all'opera con solerzia e determinazione.
La deter-minazione e' tanta, ma le Bambine sono refrettarie alle sue "carezze".
Arrivano anche gli altri due. Mi rendo conto che l'arsenale dei miei compagni di squadra e' sufficente a scavare un tunnel ferroviario: quattro o cinque punte, uno scalpello, tre mazzette, due trapani con una scorta batterie di tutto rispetto, un potenziale energetico di 5810 kJ, ..., mancava solo un leverino, che sarebbe stato utile.
Si continuiamo offrendo M&M (manzi e mazzetta). Simona ha portato due punte nuove. Una si piega ad uncino, all'altra si spezza la punta e resta troncata. Ad una mazzetta parte la testa e finisce nelle fessura del meandro. Una punta del trapano segue le stessa sorte. Il mandrino si stacca dal trapano, ma resta attaccato alla punta conficcata nella roccia. Giorgio recupera l'uno e l'altra, per fortuna. Piccoli contrattempi che non inficiano la riuscita dell'opera.
Dopo qualche ora di sforzi, mazzettate, manzate, etc. tutto condito dalle invocazioni di rito alle divinita', vi apre un varco verso il basso. Non largo, ma transitabile!
I miei compagni, ingenuamente, lasciano a me di giocare la primiera. Fix appena sopra la fessura, nell'unico punto che suona ragionevolmente bene. Un coniglio appena sotto, e via. Lele mi segue dietro. Giorgio e Simona si occupano del rilievo.
Frazionamento, e sono al fondo. Parte una forra. Altro pozzo, altro coniglio. Le Bambine si fanno ampie e comode. E bagnate.
La prima corda e' finita. Ci giuntiamo la seconda. Traverso cercando di portarmi fuori dall'acqua. Il pozzo sembra un 30. Metto l'ultimo attacco un poco tirato per risparmiare corda, e scendo.
Al fondo fondo la forra continua con un altro saltino, ma noi ci fermiamo qui: avanzano
qualche metro di corda e gli attacchi sono finiti. Il pozzetto e' bagnato, ma spostandosi si riuscirebbe ad evitare l'acqua.
Mi raggiunge Giorgio che sentenzia il punteggio della giocata "-550 m".
Risaliamo. Tiriamo su la prima corda perche' Giorgio non e' soddisfatto delle dimensioni della partenza del pozzo e vuole rimodellare le Bambine la prossima volta.
Saliamo al bivacco per un the e una minestra (grazie Simona).
Salendo mi rendo conto che i tre salti sotto al bivacco sono armati "pro-canyon". Il primo ha la corda nell'impluvio. Al secondo si esce sul pozzo da un passaggio: si poteva armare a sinistra dove c'e' una venuta d'acqua, oppure a destra dove e' asciutto. Indovina da che parte e' armato. Oggi pero' la grotta e' relativamente asciutta, grazie ad un autunno poco piovoso.
Dopo esserci rifocillati, Giorgio e Lele restano al bivacco a dormire un paio d'ore, mentre Simona ed io ci avviamo verso l'uscita.
Esco che e` ancora scuro, appena un chiarore sopra la cresta del Pizzo della Pieve. Poco a poco l'orizzonte schiarisce, e quando giunge Simona la prima luce del giorno rende
manifesto il fascino novembrino del Monte Codeno.
Eran tanti anni dacche' venni alle Bambine. E' una delle grotte della Grigna che mi ha lasciato un ricordo. E' stato bello rivederci.




 vai a Notizie